Gli ultimi attimi della vita di Cleopatra attraverso Guido Reni, Plutarco e Orazio

A cura di Jessica Martino

“Ora si deve bere, ora la terra va battuta
con il piede libero.”

L’ode oraziana 37 si apre festeggiando la morte di Cleopatra, sovrana d’Oriente e minaccia per l’Occidente. Eppure, a un certo punto, diventa quasi una lode proprio alla nemica dei romani, in quanto riesce a discernere l’inimicizia dalle caratteristiche lodevoli della sua personalità.

“Ma nobilmente lei cercò la morte; non ebbe femminile timore della spada né ripiegò con la flotta veloce verso coste remote: e osò guardare la sua reggia umiliata con sereno sguardo, coraggiosa a toccare terribili serpenti per assorbire nel suo corpo il nero veleno, resa più fiera dalla morte così deliberata, per sottrarsi ai vascelli nemici, per impedire d’essere condotta, come donna comune, lei, donna regale, al superbo trionfo.”

Plutarco con il suo bellissimo Monologo ci dà una visione di Cleopatra nel momento in cui stringe a sé la salma di Marco Antonio

O caro Antonio, poc’anzi ti seppellivo con mani libere, e ora verso libagioni in condizione di prigioniera e tenuta d’occhio perché non possa, nè battendomi il petto nè piangendo, deturpare questo corpo schiavo e serbato per i trionfi che si celebreranno su di te. Non attendere altri onori e libagioni; queste sono le ultime parole che Cleopatra ti può fare, poichè la trascinano via prigioniera. In vita nulla ci separò uno dall’altro; con la morte temo che dovremmo scambiarci i luoghi della nostra origine: tu, romano, giacerai qui, io, derelitta, in Italia, e solo la parte che coprirò col mio corpo, riceverò della tua terra. Ma se gli dèi che stanno ove tu sei hanno forza e potenza, visto che quelli di quassù ci hanno tradito, non abbandonare la tua donna finchè sia viva, e non permettere che egli trionfi su di te nella mia persona; nascondimi invece e seppelliscimi qui con te, poichè, seppure innumerevoli sono i miei mali,nessuno è così grande e atroce quanto questo breve tempo che ho dovuto vivere senza te”.
Opera: Pompeo Batoni, La mort de Marc Antoine. Olio du tela, 76 x 100 cm, 1763. Musee des Beaux-Arts de Brest.

Quando Cleopatra venne a sapere che Ottaviano aveva intenzione di portarla a Roma in catene, come una schiava esibita in trionfo, trovò il modo di porre fine alla propria vita, scegliendone lei il modo e il decoro.

Le modalità del suicidio non certe, ma tutte parlano dell’uso di veleni. L’unica cosa certa è che il solo segno di violenza trovato sul suo corpo furono due piccoli fori sul braccio: l’ultima regina d’Egitto si fece avvelenare forse da un morso di aspide, o attraverso un ago o una spilla.

Nonostante Ottaviano fosse rimasto molto contrariato dal suicidio della regina, concesse che venisse seppellita con rito reale accanto ad Antonio.

Guido Reni, Cleopatra con l’aspide. Olio su tela, 113.7 x 94.9 cm, 1630. Royal collection, Castello di Windsor.

Guido Reni, magistrale come sempre, con giochi di contrasti cromatici, mette in ombra sfondo e contorni e illumina solo la figura di Cleopatra con quel meraviglioso drappo rosa, nell’ultimo atto della vita dell’ultima regina d’Egitto.

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