L’ode oraziana 37 si apre festeggiando la morte di Cleopatra, sovrana d’Oriente e minaccia per l’Occidente. Eppure, a un certo punto, diventa quasi una lode proprio alla nemica dei romani, in quanto riesce a discernere l’inimicizia dalle caratteristiche lodevoli della sua personalità.
Plutarco con il suo bellissimo Monologo ci dà una visione di Cleopatra nel momento in cui stringe a sé la salma di Marco Antonio
Quando Cleopatra venne a sapere che Ottaviano aveva intenzione di portarla a Roma in catene, come una schiava esibita in trionfo, trovò il modo di porre fine alla propria vita, scegliendone lei il modo e il decoro.
Le modalità del suicidio non certe, ma tutte parlano dell’uso di veleni. L’unica cosa certa è che il solo segno di violenza trovato sul suo corpo furono due piccoli fori sul braccio: l’ultima regina d’Egitto si fece avvelenare forse da un morso di aspide, o attraverso un ago o una spilla.
Nonostante Ottaviano fosse rimasto molto contrariato dal suicidio della regina, concesse che venisse seppellita con rito reale accanto ad Antonio.
Guido Reni, magistrale come sempre, con giochi di contrasti cromatici, mette in ombra sfondo e contorni e illumina solo la figura di Cleopatra con quel meraviglioso drappo rosa, nell’ultimo atto della vita dell’ultima regina d’Egitto.
Redattrice per Oui Magazine Italia.
Appassionata d'arte, letteratura, fotografia, scrittura e...
Non basta una piccola biografia.
e-mail: jessmartinoc@gmail.com
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Bel post. bellissima la citazione di ORazio.
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