La tavola periodica: storia e curiosità dello strumento che ha rivoluzionato lo studio della chimica

“Una poesia”. È così che Primo Levi definì la tavola periodica di Dmitri Mendeleev. È suo il merito di aver ordinato gli elementi in quello strumento fondamentale non solo per chimici, ma anche per fisici e biologi.

Come alcuni libri, alcune poesie e sceneggiature, l’idea nacque da un sogno. Era il 1834. Mendeleev, professore all’Università di San Pietro Burgo, si era reso conto di quanto il linguaggio chimico fosse incomprensibile a chi non conosceva la materia, quindi ai suoi studenti. Dopo aver cercato di scrivere vari volumi, provando a ridurre la difficoltà di quei concetti così ostici, ma, allo stesso tempo così importanti, eccola lì: la geniale idea.

dmitri-mendeleev-647_020217104254-kCyF-U309066994764CCH-593x443@Corriere-Web-SezioniPrima di addormentarsi, quella sera (o almeno è così che narra la leggenda), Dmitri aveva creato delle carte. Su ognuna aveva scritto il nome di un elemento chimico, corredato dalle sue principali caratteristiche, compreso il numero atomico. Aveva notato, infatti, che esso era fondamentale poiché determinava in qualche modo il comportamento dell’elemento stesso. Si addormentò dopo aver passato ore a muoverle sul tavolo, cercando di trovare un senso alla sua intuizione. Fu quando chiuse gli occhi e Morfeo lo accolse tra le sue braccia che finalmente comprese: avrebbe ordinato gli elementi proprio in base al loro numero atomico (ovvero il numero di protoni presenti nel nucleo dell’atomo) e al numero di elettroni sugli orbitali, che comporta una somiglianza di proprietà fisiche e chimiche tra elementi.

Gli elementi ordinati da Mendeleev erano 63, come gli elementi chimici conosciuti fino a quel momento, dall’idrogeno (H) all’uranio (U), ma sapeva che quel puzzle non era ancora completo, che aveva dei pezzi mancanti da incastrare in maniera opportuna. Così lasciò delle caselle vuote, ma non solo: oltre a sapere che altri elementi, ancora da scoprire, sarebbero stati inseriti col passare degli anni, ne predisse due (Gallio (Ga) e Germanio (Ge)). Nel 1955 venne aggiunto in suo onore il Mendelevio. Ad oggi gli elementi della tavola periodica sono 118 e qualcuno è convinto sia ormai conclusa, dopo il completamento della settima riga. C’è chi invece, sognatore (o forse non così tanto), pensa ci siano altri elementi da scoprire, magari non sul nostro pianeta.

Una simpatica curiosità sulla tavola periodica è che manca solo di una lettera, tutte le altre sono state utilizzate. Avete mai notato che non compare la «J»? Fino al 2015 mancava anche la «Q» che però è stata sfruttata per descrivere l’Ununquadium, il cui simbolo è Uuq.

La tavola periodica è uno strumento prettamente scientifico, ma non mancano lerivisitazioni più disparate. Le rappresentazioni alternative sono circa 700, alcune utili, altre meno. C’è chi ha pensato chi farne una versione 3D e chi, più fantasioso, ha pensato di ordinare con essa le razze dei gatti.

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In occasione di quello che sarebbe stato il 182esimo compleanno di Dmitri Mendeleev, Google ha dedicato il suo Doodle al professore russo. Il disegno è stato realizzato dall’artista Robinson Wood che ha immaginato Mendeleev intento a creare le caselle su cui oggi studiano milioni di studenti. In mano tiene l’elemento chimico numero 16, lo Zolfo. In quanto chimico organico, mi sarebbe piaciuto vedere il Carbonio lassù, ma tutti noi chimici non possiamo che essere grati a chi, con la sua splendida intuizione, ha rivoluzionato chimica, biologia e fisica. La prova del fatto che mettere in ordine è sempre un’ottima idea. 

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