Andromeda, due dipinti a lei dedicati e il suo mito

Edward John Poynter, Andromeda

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Paul Gustave Doré, Andromeda incatenata

Mito di Andromeda:

Le disgrazie di Andromeda cominciarono il giorno in cui sua madre sostenne di essere più bella delle Nereidi, un gruppo di ninfe marine particolarmente seducenti. Queste, offese, decisero che la vanità di Cassiopea aveva decisamente superato i limiti e chiesero a Poseidone, il dio del mare, di darle una lezione.

Per punizione, Poseidone mandò un mostro terribile (alcuni dicono anche un’inondazione) a razziare le coste del territorio del re Cefeo. Sbigottito per le devastazioni, con i sudditi che reclamavano una sua reazione, l’assediato Cefeo si rivolse all’Oracolo di Ammone per trovare una via d’uscita. Gli fu detto che per quietare il mostro doveva sacrificare la sua figlia vergine: Andromeda.

Ecco che allora l’innocente Andromeda fu incatenata a una costa rocciosa per espiare le colpe della madre. Mentre Andromeda se ne stava incatenata alla rupe battuta dalle onde, pallida di terrore e in lacrime per la fine imminente, l’eroe Perseo capitò da quelle parti. Il suo cuore fu rapito alla vista di quella fragile bellezza in preda all’angoscia.

Perseo le chiese come si chiamasse e perché fosse incatenata lì. Andromeda, completamente diversa dalla sua vanitosa madre, in un primo momento, per timidezza, neanche gli rispose; anche se l’attendeva una morte orribile fra le fauci bavose del mostro, avrebbe preferito, per modestia, nascondere il viso tra le mani se non le avesse avute incatenate a quella roccia.

Andromeda gli raccontò la sua storia, che interruppe improvvisamente, lanciando un urlo di terrore alla vista del mostro che, avanzando fra le onde, muoveva verso di lei. Un attimo di pausa, per chiedere ai genitori di Andromeda di concedergli la mano della fanciulla, e Perseo si lanciò contro il mostro, lo uccise con la sua spada, liberò Andromeda e la fece sua sposa. Più tardi Andromeda gli diede sette figli, compreso Perse, progenitore dei Persiani, e Gorgofone, madre di Tindaro e Icario, entrambi re di Sparta.

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